Tra qualche anno, quando, lontani ormai dalle spinte delle momentanee polemiche e dall’ondeggiare delle mode, si rifara con maggior calma la storia dell’attuale momento artistico ci si accorgera facilmente di aver dato troppo credito e troppa importanza a persone e fatti solo in apparenza vistosi.
Trascurando di mettere nella giusta luce zone appartate, magari periferiche, e artisti piu attenti alle voci della poesia che ai richiami del successo. Alla notorieta, al successo, e anche ai quattrini, si puo arrivare in vari modi, non sempre percorrendo le strade maestre dell’arte. Nel successo ci sono ingredienti che il trascorrere del tempo distrugge e puo capitare che, spariti questi ingredienti, sparisca anche l’artista.
Per esempio, tra qualche anno ci si accorgera di aver parlato troppo della pittura e troppo poco della gratica, la quale, per risultati d’arte, non e attualmente seconda alla pittura e talvolta la supera. E di avere, di conseguenza, trascurato o non posto nel dovuto risalto artisti che si esprimono attraverso questo nobilissimo ramo dell’arte. Il largo pubblico non conosce certamente Mimmo Sarchiapone, nato a Pescara nel 1931, diplomato in Calcografia all’Accademia Cappiello di Firenze e ora a Bologna, artista di solide qualita e di esperto mestiere. Da tempo coltivo l’intenzione di far conoscere agli amanti dell’arte anche l’espressione artistica di alcuni incisori operanti a Bologna, e se do la precedenza a Sarchiapone e per una ragione puramente sentimentale.
Sarchiapone anche per me era uno sconosciuto, ma qualche tempo fa invitato dall’amico Paltrinieri dell’Approdo di via Altabella a visitare una mostra di incisioni in corso nella sua Galleria, mi fu dato di vedere la serie delle stampe esposte (bianco e nero e colore) uscite dalla officina di Sarchiapone. Quelle incisioni avevano un pregio raro, erano fogli freschi, vivi; la tecnica era ottima senza sopraffare l’ispirazione; la pulita che aveva segnato la cera era stata guidata da una mente capace di trasfiguare la realta, dandole quella carica vitale che e la sostanza dell’arte.
Fu cosi che conobbi Sarchiapone di persona ed egli stesso mi invito nella sua casa e mi fece vedere tutta la sua produzione di incisore. E un uomo di non alta statura, affabile, di poche parole e sempre con un bonario sorriso sotto, i suoi folti baffi. Vive fuori i viali di Bologna, in una bella casa immersa nel verde di via Dante. Da un poggiolo del soffitto posto all’ultimo piano della palazzina si gode una veduta dall’alto della citta fino alle due torri.
Si capisce che egli non abbia voglia di muoversi da questa citta. La sua officina personale si trova in un salone ampio della casa d’epoca dove vive con la moglie; si vede al centro il torchio e la qualche prova di stampa, disegni, appunti, e lastre realizzate o ancora lucide a specchio. Da questa rapida scorsa capisco che egli ama soprattutto i neri, che assumono, in certe stampe, un tono caldo e vellutato. E di trovarci di fronte a una natura di fondo romantico, incline al l’abbandono, ma nello stesso tempo timorosa di lasciarsi andare troppo alle inclinazioni. L’intelligenza critica e il mestiere, strenuamente indagato, sono sempre presenti in Sarchiapone, e, a volte bisogna dirlo, raffrenano l’ispirazione, che ha una partenza sempre decisa e forte. NelIe cose migliori, tuttavia, mestiere e intelligenza sono solo il sostegno necessario alla fantasia creatrice e allora abbiamo incisioni – paesaggi e figure – di singolare efficacia, espressioni di un sentire profondo e umanissimo. Il mondo di Sarchiapone ha un raggio d’azione non vasto ma preciso: paesaggi, figure del mondo, figure familiari. Nessuna puntata, come oggi e di moda anche tra gli sprovveduti di cultura e di mestiere, nei recinti confusi dell’indagine emozionale o della stranezza velleitaria.
Una ricerca di scavo, di approfondimento, di realizzazione sempre piu libera e piu pura della sua nota dominante, che e una specie di grave, assolta ma non disperata tristezza, questo si; pero senza forzare, senza uscire dai limiti dell’espressione figurativa, alla quale l’artista sa di poter chiedere, volendo, tutte le audacie. In sostanza una interna disciplina regola la fantasia, le propensioni, gli amori, le ansie e i tormenti dell’incisore Sarchiapone. Era possibile operare diversamente, per un artista sincero, avendo a due passi da casa la dimora di Carducci e il giardino di via Fondazza di Morandi?

(Dal Catalogo Mostra “Galleria Castiglione Arte”, Bologna 1999)